8 MARZO

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MARZO

 

 

8 Marzo tra parentesi. Una parentesi che si apre e una che si chiude. Due parentesi che contengono una ricorrenza  consumata   in ventiquattro ore.   È sufficiente leggere le notizie che arrivano da tutto il Mondo, Italia compresa, che riguardano uccisioni,maltrattamenti  e stupri, perpetrati nei confronti delle donne di tutte l’ età, dalla più tenera alla più vetusta, per capire che le parentesi  erette sono di cemento armato.

Non sarà un caso che il fiore simbolo di questo giorno sia la mimosa, i cui rami recisi hanno  vita brevissima.  Vita brevissima, come tutti i buoni propositi  che animano le dichiarazioni che si registrano l’8 marzo, da parte di chi potrebbe e chi  dovrebbe adoperarsi per tutelare la dignità umana che in questo giorno si  declina al femminile.  Chi può e chi deve siamo tutti noi  che spesso osserviamo il mondo femminile  per giudicarlo, piuttosto che  per comprenderlo.  La comprensione nasce dalla conoscenza che non è fatta di stereotipi e di pregiudizi, ma di considerazione della diversità e della differenza.  La Terra  delle donne non è rotonda, ma è sfaccettata come un diamante, frutto della terra di frontiera dove le donne vivono, quotidianamente, per rivendicare i propri  diritti e per assumersi i propri doveri.  Un diamante è sempre prezioso, grezzo o meno che sia, ed è una risorsa da valorizzare e non  da rubare o da nascondere o da esibire, lasciando che risplenda in tutte le sue sfaccettature per esaltarne l’intrinseca luminosità. Proviamo a guardarci intorno e  cerchiamo di  vedere se arriva qualche raggio di luce  prismatica dai quotidiani, dai TG, dalla pubblicità, dove ancora si sente dire che “l’uomo è cacciatore”, dai luoghi di lavoro dove le donne ancora si scontrano con i soffitti di cristallo, proviamo a cercare e se troviamo questa luce l’8 marzo non sarà più tra parentesi.

 

 

 

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