Gemellaggio con Psiche

Carl Gustav Jung, psicoanalista svizzero, introdusse il concetto di sincronicità per evidenziare eventi significativi che si palesavano in un tempo soggettivo e oggettivo non casuale. Da qualche tempo rivolgo l’attenzione a chi si trova all’estero per lavoro o per studio, ma che, per la situazione pandemica in cui l’Umanità si ritrova, non può viaggiare per tornare, come vorrebbe, nei luoghi di origine. Come esemplificazione di quanto Jung chiamasse sincronicità, è accaduto che dalla Svizzera, da Coira, città del Canton Grigioni, mi arrivasse una fotografia, di cui questo articolo è corredato, che rappresenta un segnale stradale dove sono indicate diverse città europee tra cui una italiana, con la relativa distanza chilometrica. Il fatto non desterebbe stupore se la città italiana non fosse Terracina, mio paese di origine, dove sono nata e dove ancora risiedo quando posso districarmi dagli impegni romani. Ho considerato l’invio della foto un evento sincronico, poiché fa ipotizzare che i tempi siano maturi affinché al gemellaggio tra città europee, di carattere socio-culturale, possa unirsi un gemellaggio di carattere psicologico. Come già anticipato nell’articolo Psicologia senza frontiere, il lavoro digitale, che in questi mesi si è sempre più strutturato, consente di raggiungere qualunque paese del Mondo e consentire, a chi lo ritenga necessario, l’accesso a una consulenza psicologica sentendosi “a casa”, sia per comprensione linguistica e culturale, sia geografica. Negli anni sessanta, quando Terracina si aprì al primo gemellaggio con la città di Bad Homburg, la mia famiglia ospitò una ragazza tedesca che rappresentò una esperienza molto interessante, consentendo di conoscere e di relazionarsi con l’oltre frontiera in modo stimolante, in tempi in cui non era così naturale il viaggio per scambio culturale. Un’esperienza che, evidentemente, ha lasciato traccia al punto di aver mantenuto interesse per tutte le persone che con coraggio e desiderio di cambiamento si avviano verso la strada della conoscenza, come esploratori di nuovi mondi. Oltre frontiera, in senso geografico e psicologico, consente metaforicamente di superare ostacoli che impediscono la realizzazione di sé e avviarsi verso la ricerca della propria autenticità. Un gemellaggio virtuale con Psiche, per riconnettersi con la propria radice geografica,

emotiva e affettiva per sostenere la progettualità individuale in fasi storiche complesse come quella che stiamo vivendo.

Per chi volesse contattarmi il primo colloquio è gratuito, grazie sirasebastian@tiscali.it

Gestualità al tempo delle mascherine

Oggi, vorrei porre l’attenzione su un comportamento particolare, che negli ultimi tempi mi è capitato di osservare, da quando indossiamo le mascherine anti contagio, nelle relazioni con altre persone. Il popolo italiano è conosciuto nel mondo per la sua gestualità molto espressiva e significativa che accompagna il linguaggio verbale oltre a quello non verbale, tant’è che spesso ne è benevolmente stigmatizzato all’estero. La mia attenzione, però, riguarda in modo particolare la gestualità delle mani, quando si parla indossando la mascherina, che sembra essersi accentuata, quasi per colmare la difficoltà, forse più psicologica che reale, di esprimere al meglio il contenuto della propria comunicazione. Tutti sappiamo che attraverso un gesto possiamo esprimere tenerezza, aggressività o disappunto, ma nella necessità di essere distanziati e mascherati è presumibile che si stia attivando un nuovo linguaggio gestuale parallelo di sostegno a quello verbale.

Con i miei lettori e lettrici condivido la mia percezione e vorrei chiedere se nella loro esperienza ne hanno avuto riscontro. Forse, siamo testimoni di un cambiamento nella comunicazione che potrebbe far acquisire un nuovo vocabolario non verbale, in virtù di un’inibizione visiva di una parte viso, che attiva canali di comunicazione che usano il corpo, più di quanto già non avvenga.

Qual è la vostra esperienza?

Per qualunque vostra condivisione il mio spazio è a disposizione. Grazie

PSICOLOGIA SENZA FRONTIERE

SPAZIO DEDICATO AGLI ITALIANI E ALLE ITALIANE ALL’ESTERO CHE, NON POTENDO RIENTRARE NEL LORO PAESE D’ORIGINE, DESIDERANO SENTIRSI “A CASA” IN UN MOMENTO DI DISAGIO O DI DIFFICOLTÀ PSICOLOGICA. PER RISCHIESTA DI INFORMAZIONI CONTATTAMI.

In tempi di chiusura di frontiere e di confini invalicabili, per evitare i contagi dal Covid19, che rallentano o bloccano il libero movimento delle persone, la Psiche viaggia e si sposta. La pandemia ha prodotto, da una parte, il distanziamento sociale, ma dall’altra la vicinanza virtuale, che abbatte le frontiere e consente di interagire con altre persone, anche lontane migliaia di chilometri. Quando si vive una condizione di chiusura, come in Italia abbiamo vissuto nei mesi scorsi e come attualmente sta accadendo di nuovo in altri Paesi nel mondo, poter usufruire in caso di necessità della psicoterapia digitale è sicuramente una grande risorsa (Ponte virtuale per contatti reali). Una riflessione che in questi mesi emergenziali si è manifestata, riguarda quanto possa essere complesso accedere a un sostegno psicologico in Paesi dove non è semplice trovare psicologi con cui condividere la stessa lingua. Le parole in un contesto psicoterapeutico sono importanti e trovarne di adeguate, in una lingua che non è la propria, a volte presenta delle difficoltà. Sicuramente il linguaggio non verbale ha la sua importanza, ma non è sufficiente, tant’è che Carl Gustav Jung, psicoanalista svizzero, definiva la terapia psicologica un procedimento dialettico, ovvero un dialogo, un confronto tra due persone. In questi casi attraversare un ponte virtuale per raggiungere un luogo non fisico, ma psichico, può essere un’ efficace formula che coniuga la condivisione di un disagio con la possibilità di esprimerlo nell’idioma più consono a sé.

A tal proposito, affinché un processo dialettico che intercorre tra due persone sia possibile, in tempi di totali o parziali lockdown nelle città o di impedimenti che rendono faticoso viaggiare tra i Paesi oltre-frontiera, il

setting psicoterapeutico virtuale si trasforma, per gli italiani e le italiane all’estero, in una realtà digitale accessibile, ovunque. Lo spazio mentale, abitato dal terapeuta e dal paziente all’interno di una terapia psicologica, abbatte qualunque barriera, consentendo di creare un vi-à-vis unico. L’efficacia di una psicoterapia dipende dalla magia alchemica che si crea in un setting, di là dello spazio fisico. Cibernauta dell’anima è la nuova declinazione del pendolarismo virtuale di un popolo resiliente, quando ha di fronte a sé nuovi sentieri da esplorare e s’incammina illuminando la strada con il fuoco della conoscenza. Sul mio sito www.sirasebastianelli.it si inaugura una nuova categoria dedicata agli italiani e alle italiane all’estero, pronta ad accogliere per sedute on-line chiunque desideri sostegno psicologico, in una fase di vita complessa come quella che l’umanità sta vivendo: ri-tornare virtualmente in Italia per ri-manere realmente nel Paese oltre-frontiera