Leggerezza
La foto che precede questo articolo fa pensare a una piuma, quindi alla leggerezza e a tutto ciò che è lieve. In realtà è una nuvola incontrata in un giorno di cielo terso, che ha amplificato il senso di levità, congiungendo due immagini associate alla apparente assenza di peso. Oggi la leggerezza è annoverata nei desideri di ognuno, per liberare la vita dalle pesantezze, preoccupazioni, pensieri intrusivi portatori di paure e incertezze. Può essere un’ utopia la leggerezza? Forse no. Leggerezza non è superficialità, quindi non si ottiene svalorizzando o sminuendo ciò che grava sulla esistenza, ma acquisire un punto di vista che possa consentire di osservare in un’altra prospettiva quanto sembra senza soluzione. Naturalmente la leggerezza da sola non aiuta se non coniugata con l’intento di modificare uno stile di pensiero ingabbiato in una rigida forma mentis. Mi capita spesso di pensare che il carico pesante della esistenza sia fatta a volte di tante piume che si affastellano, pensando erroneamente che siano un carico leggero e quindi sopportabile, ma se già c’è un bagaglio ingombrante da sollevare anche una piuma può fare la differenza. Per raggiungere leggerezza dovremmo imparare ad alleggerire l’esistenza lasciando andare, per esempio, ciò che pensiamo essere una zavorra oppure tagliare i rami secchi che ostacolano la circolazione della linfa vitale e a occuparci di quanto sia necessario senza pre-occuparcene e quindi senza risolvere. In sanscrito, l’idioma derivante dalla radice indoeuropea, insieme al greco e latino, leggerezza si traduce in aparigraha con il significato di non attaccamento o possesso, suggerendo di discernere tra il valore dell’essenziale e l’inutilità del superfluo. Probabilmente nella nuvola rappresentata ognuno potrà vedere altre forme, in base al fenomeno della pareidolia, a me l’immagine della piuma ha dato lo spunto per riflettere sulla esistenza e su quanto la leggerezza sia una necessità che le nuvole ci sollecitano a pensare ogni giorno.