Un uovo di Pasqua senza sorprese!
Uovo di Pasqua! Quale sorpresa vorremmo trovare? Molte persone, sicuramente, desiderano la pace, la serenità, la risoluzione a tanti problemi, ma guardandosi intorno e leggendo le notizie di cronaca sembrano desideri irraggiungibili e sorprese impossibili. Echi di guerre vicine e lontane sono continui e costanti contribuendo a intridere quotidianamente lo stato d’animo dell’umanità di paure e di speranze. La preoccupazione sembra riguardare solo l’oltre confine, ma è sufficiente leggere o ascoltare notizie di cronaca per evidenziare quanto ancora la violenza e il vento omicida colpisca nella propria città, quartiere o condominio.
La mia attenzione è sempre rivolta alla violenza contro le donne che nel tempo si è trasformata nel progetto itinerante “UN’ ÀNCORA PER NON DIRE PIÙ ANCÓRA, CAMBIARE ACCENTO PER CAMBIARE PROSPETTIVA” e la domanda, vista la continua recrudescenza, è sempre la stessa: “Come fare per fermare la mano del carnefice, che decide il destino di chi rivendica la propria libertà di vivere la propria vita?”. L’approssimarsi della Pasqua offre l’opportunità di una riflessione, perché si compreranno uova con sorpresa, si decoreranno uova di ogni tipo e sarebbe utile riflettere sul significato della scelta di un simbolo così potente ed evocativo di vita. Tra l’altro, sappiamo tutti ormai che la Pasqua nella sua etimologia vuol dire passaggio, dalla morte alla vita per i cristiani e di liberazione dalla schiavitù per il popolo ebraico. In questi anni, però, non si percepisce il movimento trasformativo verso la vita che la Pasqua porta con sé e la sensazione sembra, invece, di ristagno, di cristallizzazione della morte. A volte, quando non c’è soluzione individuabile la tendenza è bloccare qualunque tentativo di cambiamento, se non addirittura reiterare vecchi schemi di pensiero infeltriti e non più efficaci. Il punto non è cercare soluzioni, ma riconnettersi con la vita e il valore dell’esistenza. Il fast-food dell’esistenza non consente più di fermarsi, di osservare, di pensare, di guardare oltre, di conoscersi interiormente, per tracciare il confine tra il bene e il male, tra la luce e l’ombra nella consapevolezza che sono passaggi labili sovrapponibili e mai scontati. Ci si stupisce, infatti, che chi si erge a giudice vendicatore di un altro essere umano sia una persona educata e gentile, affidandosi ancora all’usurato stereotipo dei tratti del carnefice lombrosiano. Questo ci informa del fatto che se non si opera una costante attenzione su ciò che alberga nella profondità dell’essere umano piuttosto che pensare che la superficie sia sufficiente per leggerne l’animo, non ci porremo mai nella condizione di conoscere chi abita dentro e fuori di noi, per intercettare malesseri, disagi o difficoltà. Nulla è semplice, tutto è complesso, ma soprattutto tutto è diverso. Se non si considerano le differenze, sarà sempre più difficile conoscere quelle degli altri, al punto di non tollerare scelte che divergano dalle proprie. La sorpresa utile che dovrebbe uscire dall’uovo di Pasqua potrebbe essere l’autenticità di ognuno, libera di esprimersi in tutte le sue declinazioni, altrimenti, è preferibile un uovo di Pasqua senza sorprese!
Sempre grazie Sira per i tuoi inviti a fermarci a riflettere in questo fast-food dell’esistenza che ci fagocita da troppo tempo.
“”La sorpresa utile che dovrebbe uscire dall’uovo di Pasqua potrebbe essere l’autenticità di ognuno, libera di esprimersi in tutte le sue declinazioni” E’ lì che bisogna tendere, sarà faticoso ma sarà davvero Pasqua