PROGETTO ITINERANTE “UN’ ÀNCORA PER NON DIRE PIÙ ANCÓRA, CAMBIARE ACCENTO PER CAMBIARE PROSPETTIVA”

L’OBIETTIVO

Il progetto “Un’Àncora per non dire più Ancóra, cambiare accento per cambiare prospettiva”, ideato e promosso dalla psicoterapeuta e arpaterapeuta Sira Sebastianelli, si prefigge di dare un contributo per prevenire e per fermare le violenze contro le donne, attivando iniziative che utilizzino nuovi linguaggi e nuove prospettive.

 

L’INNOVAZIONE

La ricerca di nuovi canali di comunicazione che travalichino le parole, spesso insufficienti, ha condotto alla possibilità di utilizzare la musica e soprattutto l’arpa per veicolare messaggi utili alla costruzione delle coscienze che non si sono emancipate e quindi adeguate ad accogliere le conquiste avvenute nel mondo femminile negli ultimi cento anni. Lo strumento dell’arpa non è stato casuale, in quanto le corde di cui è composta producono vibrazioni che meglio di altri strumenti entrano in risonanza con le emozioni, attivando canali di comunicazione più efficaci di tante parole.

 

RECUPERARE LA STORIA PER COSTRUIRE LA MEMORIA

Per la realizzazione del progetto è stato importante il recupero di antiche ballate, a tematica femminile, appartenenti al repertorio più archetipico dell’umanità. Una narrazione antica, declinata al presente per avviare un percorso, realisticamente lungo, ma costante e continuo, sostenuta da cinque arpiste dell’Ensemble Sinetempore HarpAttack. L’ascolto della musica e dei testi consente, a chi ascolta, di identificarsi con i personaggi e la storia, lasciando che le emozioni, sollecitate dalle risonanze dell’arpa, affondino nella propria coscienza. Come scrive in “Oltre la terapia psicologica” lo psicoanalista Aldo Carotenuto: “La narrazione è una rappresentazione trasfigurata del pathos, per questo rende possibile un’esperienza catartica” e, di conseguenza, un processo di identificazione necessario per percepire e vivere le emozioni. Il lavoro sulle emozioni consente di costruire, ma, nello stesso tempo, di scuotere le coscienze risvegliandole, da un sonno, lungo e inconsapevole, al valore della vita e al suo rispetto.

L’Ensemble esegue, nelle rappresentazioni musicali, brani tratti dal canzoniere popolare internazionale, le cui tematiche vertono sulle vessazioni, mortificazioni e violenze che le donne hanno subito nei secoli. Le storie popolari, tramandate nel tempo e tradotte in ballate musicali, sono un esempio di come sia possibile stimolare riflessioni coniugando psicologia, musica e valore della vita dell’essere umano.

Una breve riflessione psicologico-musicale introduce le ballate, eseguite dalle musiciste, sia singolarmente e sia in ensemble, con arpa celtica.

 

L’ENSEMBLE

L’ensemble si è già esibita a Roma il 10 marzo 2018 presso la Galleria d’Arte Pulcherrima, a Firenze il 22 settembre 2018, presso la Biblioteca di Orticoltura, nell’ambito della prima edizione de L’Eredità delle Donne, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, a Cento (Ferrara) presso la Gipsoteca Vitali il 27 ottobre 2018 e il 24 Febbraio 2019 presso La Porta del Parco di San Felice Circeo e il 18 maggio 2019 a Cagiallo (Canton Ticino) presso il centro Ingrado.

L’Ensemble Sinetempore Harp Attack è composto dalle arpiste: Giulia Bertinetti (Lazio), Luna Fecchio (Piemonte), Elisa Malatesti (Toscana), Monica Molo (Canton Ticino-Svizzera) e Sira Sebastianelli (Lazio).