Attesa

Dicembre è il mese dell’attesa! Naturalmente c’è Natale, che è atteso da ognuno con un significato diverso, ma c’è anche il confine del passaggio al nuovo anno, che evoca attese soggettivamente uniche. Dicembre, poi, è il mese del solstizio invernale che se, da una parte, è portatore di freddo e neve, dall’altra apre le porte all’attesa primavera. Un mese di frontiera che attiva emozioni, desideri, speranze, progetti, ma anche timori per l’ignoto, disorientamento e pensieri depressivi. È il mese della veglia nella notte di Natale e della veglia per l’arrivo del Nuovo Anno, mentre si scruta l’orizzonte in attesa di intravedere qualcosa. Dicembre è un mese attivatore di attese, un ossimoro interessante, che obbliga a rispettare i tempi per gli eventi da vivere, senza poterli anticipare, come l’incapacità di aspettare porterebbe a fare. Quando si è in attesa di un evento si contano i giorni in una sorta di count down elettrizzante che, quando arriva allo zero, si ha bisogno di riattivarlo per qualcos’altro senza fermarsi mai e non godere così dello zero, cioè di quello spazio vuoto dentro il quale si potrebbe sostare in attesa di riprendere il cammino. L’attesa è una condizione mentale che inchioda il pensiero, perché a volte è necessario, insegnando che non sempre è possibile fare qualcosa, accettando di fermarsi. L’attesa non ha un connotato passivo quando è necessaria, quando vuol dire rispettare i tempi propri e altrui, quando si sa che durante l’inverno il seme a dimora nella terra, anche se non si vede, si sta trasformando nel germoglio primaverile e lo si aspetta, con fiducia e progettualità.

4 comments

  1. Complimenti per la profondità della riflessione e il suo significato

    1. Grazie per la presenza costante nel tempo

  2. Grazie per aiutarci a riflettere e a fermarci, grazie per le sollecitazioni a riappropriarci di noi

    1. Grazie per la condivisione sempre attenta e puntuale

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