LA MANUTENZIONE DEL TEMPO

 

LA  MANUTENZIONE DEL TEMPO

 

Tra qualche settimana tornerà l’ora scandita dalla luminosità solare. L’ora legale lascerà, anche se per pochi mesi, il Tempo al metronomo  del sole e le lancette dell’orologio  si sposteranno  indietro di un’ora.

La tecnologia ci fornisce orologi che spostano  autonomamente le lancette, con la programmazione digitale satellitare, per cui senza sforzo ci troveremo proiettati nel passato o nel futuro anche se solo di un’ora.

Il rituale giro delle lancette dell’orologio, quindi, è un gesto  quasi in disuso, ma, forse,   l’unico che darebbe la sensazione di effettuare la “Manutenzione del Tempo”.

Manutenzione ancora in uso negli antichi Palazzi storici,  per  la presenza di  innumerevoli orologi a pendolo o comunque analogici, che richiede, necessariamente, la mano umana per  spostare le preziose e fragili lancette del tempo: un lavoro quasi  inesauribile, per il bisogno di dare la “corda”, quotidianamente, ai misuratori del tempo.

Il Tempo, naturalmente, scorre anche senza orologio.

L’orologio è un’ illusoria  gabbia del tempo, con i suoi minuti e secondi, utile a non perdere un aereo o un treno, ma inutile alla percezione del tempo. L’essere umano anche nei tempi più remoti ha sempre, però, sentito l’esigenza di misurare il Tempo, con le clessidre, (prima con l’acqua, poi con la sabbia), e con le meridiane.  Le antiche meridiane segnavano il tempo attraverso l’ombra che il sole proiettava sull’asse centrale del quadrante  disegnato sui muri.

Il Tempo, “ la misura del moto della luce” (1),  scandito dall’ombra!

L’ombra come misura della luce, sembrerebbe un ossimoro, in realtà,  è  simbolo di   quanto siano interconnessi  i duplici aspetti, ombra-luce, che la  vita  alberga in sé.    Soltanto quando il sole è  perpendicolare all’asse della meridiana, a mezzogiorno, lo gnomone  è privo di ombra.    Un istante senza ombra, che nessuna ora legale potrà modificare, in cui gli opposti sembrano, quasi magicamente, trovare il loro congiungimento. La perpendicolarità del sole  accade ogni giorno da milioni di anni,  in una ricorrenza del Tempo che si fa infinito nella  staticità dell’istante, senza che essere vivente ne abbia consapevolezza. Insieme al sole, ogni giorno viviamo seguendo la sua parabola ascendente e discendente,  dove le ombre si accorciano e si allungano, passando attraverso la verticalità dell’istante, in cui raggiungiamo una inconsapevole congiunzione degli opposti, la stessa che, empiricamente, potremmo  osservare quando le lancette dell’orologio si sovrappongono, operazione sempre più rara poiché sempre meno pratichiamo la “Manutenzione del Tempo”.

(1) F. Rendich, Dizionario Indoeuropeo, Palombi editori, Roma, pag.122

 

Sira Sebastianelli

psicologa-psicoterapeuta

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