ANGELI, barriere piumate dell’esistenza!

In questi ultimi tempi assistiamo a un’invasione di esseri alati che con i loro arti piumati rompono l’aria, emanando un soffio vitale negli animi umani. Il messaggero di Dio sembra sia tornato sulla terra e, oggi più di ieri, l’umanità ne sente il bisogno e ne evoca la sua presenza. L’angelo custode, non a caso, è diventato il protagonista del mondo contemporaneo proprio quando la robotizzazione consente di aspirare sì al paradiso, ma a quello artificiale. Ormai la figura dell’angelo è presente sempre di più nella pubblicità, nei testi delle canzoni, nelle produzioni letterarie e nei film, dove in ogni epoca è stato scritturato. L’interesse psicologico è inevitabile e di conseguenza avviare una riflessione è possibile, per capire un po’ di più l’essere umano, alla ricerca di se stesso e del senso della vita.

L’essere umano ha sempre albergato dentro di sé dimensioni opposte, ma indissolubilmente legate come il bene e il male, il positivo e il negativo, la luce e le tenebre, che nell’immaginario collettivo possono trovare una raffigurazione simbolica nell’immagine angelica o demoniaca.

L’impalpabilità di tali entità astratte stimola la fantasia, al punto di attribuire a esse delle sembianze umane e la società in cui viviamo oggi, essenzialmente fondata sull’immagine, non poteva non attingere all’iconografia, che nei secoli ha rappresentato gli angeli o i diavoli, per riproporli.

La figura angelica si manifesta, probabilmente, per il bisogno di avere una guida, oppure di qualcuno che ci dica se stiamo procedendo bene o male, ci consigli, ci protegga, che ascolti in modo disinteressato e sia sempre disponibile per lenire la sofferenza, derivante dal senso di solitudine, che pervade la propria anima. Emerge, così, l’esigenza di ricevere qualcosa di buono e di positivo in un momento in cui l’esistenza è costellata di aggressività, prevaricazione, competitività esasperata che inevitabilmente generano e alimentano l’ansia. L’angelo si trasforma in un compagno di viaggio su cui contare, soprattutto, quando si perde la fiducia in se stessi. A questo punto, l’esistenza si circonda di angeli, per esorcizzare la paura della zona d’ombra della vita, creando intorno a sé una barriera piumata, per evitare le infiltrazioni demoniache, espressione di distruttività dei valori della vita, per garantirsi, oggi più che mai, la luce della consapevolezza. Qualcuno potrà essere scettico altri fortemente convinti che gli angeli esistano, ma in ogni caso sarebbe utile porsi la domanda come mai l’essere umano si senta così solo da cercare una presenza  condizionatamente disponibile nella propria vita. Quando si riceve una parola di conforto o si è salvati dall’intervento di qualcuno, spesso, si sente l’espressione “..ma è stato un angelo!” quasi a sottolineare che l’essere umano per fare del bene abbia bisogno di una componente divina. Prioritario, allora, è che l’umanità ritrovi fiducia in se stessa e nelle proprie potenzialità, affinché alla componente umana sia attribuita una peculiarità anche salvifica, per sentirsene portatrice e attivarla, quando sia necessario, per sé e per gli altri