Novembre

Novembre è il mese della memoria. È il mese in cui ricorre il giorno dedicato ai defunti, coloro che non abitano più fisicamente tra gli affetti dei loro cari, ma abitano tra i ricordi e le tracce della memoria di tutti. “Assenza più acuta presenza” recita una poesia di Attilio Bertolucci, sintesi, che solo nella poesia è possibile, del senso della mancanza. L’elaborazione del lutto pervade la vita degli esseri umani, perché il ciclo della vita prevede una nascita e una morte, coinvolgendo l’Umanità nella necessità di confrontarsi costantemente con la felicità di accogliere e il dolore di lasciar andare. Non è facile entrare in una dimensione così complessa e fonte di sofferenza quale la irreversibile separazione da una persona cara, le cui componenti sono il tempo, i ricordi, la memoria e l’emozione. Esiste la possibilità di oggettivare tali componenti? Certamente no, la soggettività rende unica la perdita e il prenderne coscienza. Il tempo cronologico non corrisponde al tempo interiore, quindi è necessario che ci sia il rispetto della soggettività del dolore, senza cercare scorciatoie o anestetici. L’emozione che si lega ai ricordi richiede anch’essa di un tempo che ne possa alleviare l’intensità, per consentire di lasciare cadere lo sguardo nei luoghi della memoria senza esserne sopraffatti. Novembre è anche è il mese delle foglie che cadano dai rami degli alberi, per iniziare il loro un nuovo viaggio affidandosi al soffio del vento.