RADIOHEAD

 

RADIOHEAD

 

Come commentare la scelta del gruppo musicale Radiohead di  congedarsi dal web, spegnendo una per una tutte le luci che illuminavano i loro social network? Interessante, prima di tutto, al di là dell’intento. In fondo può essere una trovata pubblicitaria, per far parlare di loro anche nel silenzio o per indurre una riflessione  sulla vita virtuale per ricondurla al reale o per vivere l’ebbrezza di  cadere in un  buco nero. Al momento non è dato sapere il motivo che sottende la scelta del gruppo  di Thom Yorke, ma per quanto ci riguarda potremmo capirne il senso.

Come a volte capita,  ci sono persone che riescono ad anticipare intuitivamente il cambio di rotta dei comportamenti  più diffusi, tra gli uomini e le donne del Pianeta Terra, che caratterizzano le varie epoche, e avere il coraggio di  avviare il cambiamento.  Sicuramente, è più semplice sparire, quando non si ha paura di essere dimenticati,  ma è pur vero che il web non consente  una vita virtuale  che tenga conto dei passaggi evolutivi di un individuo, famoso e non, perché le informazioni rimangono scolpite nell’etere come se fossero fresche di giornata, quando in realtà così non è! Allora, forse, azzerare il passato virtuale, consente di tornare nel presente e riproporsi in una nuova veste, più consona al  proprio sentire. In ogni caso riflettere sul bisogno di essere sempre connesso e presente nel web per filmare, fotografare, scrivere o postare continuamente la propria prova di esistenza al mondo che guarda, può produrre un bisogno di  vuoto e di assenza, per riappropriarsi dell’intimità della propria vita, per interiorizzare le immagini significative e portarle dentro di sé, affinché  producano humus necessario al nutrimento dell’anima. Certo non è stimabile il seguito che avrà la scelta dei Radiohead, nella popolazione del web,  ma sicuramente una traccia visibile nell’invisibilità, comunque, la lasceranno.

 

Sira Sebastianelli