LE PALME COME SALICI PIANGENTI

LE PALME COME SALICI PIANGENTI

Ormai è sempre più visibile, ne parlano i mass media, ne parlano  gli esperti di botanica, si usano i  rimedi più sofisticati  per combattere  il male che progredisce inesorabile, ma nessuno, ad oggi, può  fare nulla e  le palme stanno morendo!

Questo esemplare  di natura mediterranea, che evoca paesaggi tropicali, non ce la fa più! Il nemico rosso si è impadronito della sua linfa decretandone la morte, contagiosa. Le  sue foglie sono cadenti come  salici piangenti! La Palma  non muore seccandosi  come tutte le altre piante, ma ripiegandosi su se stessa,  come se cercasse  di essere nuovamente accolta dalla Madre Terra da cui è nata.

Un albero più sensibile degli altri allo smog, ai veleni scaricati da questo mondo   distratto, al punto di non riuscire a difendersi dagli attacchi del punteruolo rosso. La Palma soffoca, mentre, come si leggeva sui giornali nei giorni scorsi, un altro albero,  la Betulla, ha incrementato la capacità di respirare CO2, quasi come una reazione vitale all’inquinamento.

Il mondo vegetale imita,quindi, il mondo animale, dove i più forti, i più aggressivi sopravvivono  e i più deboli soccombono:

Le  Palme deboli e le Betulle forti!

Sarà così? E se fosse il contrario? In fondo a cosa serve sopravvivere quando non è più possibile vivere?

Il punteruolo rosso diventa uno strumento per  raggiungere la morte per  eutanasia?

Eppure,  le  Palme sono  piante salvifiche, tipiche delle oasi nel deserto, dove si ha la garanzia di trovare  fresco, acqua e cibo, nell’abbagliante cammino della vita.

…“ La palma, il ramoscello, il ramo verde sono universalmente considerati come simboli di vittoria, di ascensione, di rigenerazione e di immortalità”…

come si legge  nel “Dizionario dei Simboli” di J. Chevalier e A.Gheerbrant, pag.180, ed.Bur,1999. Se, quindi, la Palma è il simbolo della immortalità, perché muore?     Forse perché il messaggio che ne deve derivare sia più forte, per indurre gli uomini a riflettere sul senso della vita e sulla sua finitezza?  L’immortale che muore  ridimensiona l’ipertrofia dell’Io, per ricondurlo ad una dimensione più vicina alla realtà interna ed esterna. Il percorso  di rinnovamento e di rigenerazione parte, comunque, dall’interno come una endoterapia, la stessa che stanno provando gli scienziati con la Palma. Una terapia che parte dall’interno  che può stimolare una reazione attiva della Palma, la stessa reazione attiva che ogni essere umano dovrebbe avere per salvare se stesso e il mondo in cui vive, iniziando a sentirsi protagonista  della propria esistenza.

Il mondo vegetale ci richiama ad una maggiore responsabilità verso la Natura tutta, sacrificando proprio il simbolo della immortalità.

Con la Primavera il punteruolo rosso si risveglia  ed è utile che l’oblio non ingoi  questa realtà, che continua a palesarsi ai nostri occhi quando ci accorgiamo che il panorama si  trasforma e l’0rizzonte perde il movimento aghiforme delle foglie  sotto la scure che taglia le chiome piangenti.

Il punteruolo rosso sta ritagliando dalla Natura le Palme, come  un arnese che si usava nelle scuole, per ritagliare i contorni di figure che si staccavano dallo sfondo sotto i piccoli buchi praticati inesorabilmente dalla punta acuminata, chiamato anch’esso punteruolo!   Se non si riuscirà a fermare questo palmicidio, della palma  rimarrà solo una sagoma  vuota, senza anima e senza respiro vitale.

Questa breve riflessione vorrei concluderla  ipotizzando  che l’antidoto al veleno  rosso  stia nel cogliere, da parte dell’essere umano, consapevolmente,  il senso di quanto  accade, dando segnali di cambiamento nel rispettare la Natura  attraverso il rispetto di sé.